Italia che vai, Spread che trovi
Oggi ci è sembrato giusto concentrarci sul nostro Paese, per parlare dello spread e di come reagire all’attuale situazione economico-politica per salvaguardare il tuo portafoglio e i tuoi risparmi!
Che cos’è lo spread?
Lo spread è un indice utilizzato come parametro di riferimento per poter determinare la stabilità economica di un paese in correlazione con il contesto internazionale.
In realtà, il termine generico spread in economia indica il differenziale esistente fra il rendimento dei titoli di stato decennali italiani, i BTP, e quelli tedeschi, detti Bund.
A cosa serve?
Offre una visione dell’atteggiamento degli investitori nei confronti di un paese rispetto ad un altro, in questo caso dell’Italia rispetto alla Germania
Il rendimento di uno Stato viene essenzialmente percepito come la misura della sua stabilità, un rendimento basso identifica un paese in grado di ripagare facilmente i suoi debiti, mentre un rendimento elevato equivale a una situazione di incertezza e, dunque, gli investitori richiedono incentivi per il rischio che si assumono. Lo spread viene misurato in “punti base”, ogni punto base è un centesimo di punto percentuale.
Lo spread, fino a pochi anni fa, era un indice noto quasi esclusivamente agli addetti del settore: tutti i paesi appartenenti all’eurozona erano considerati economicamente stabili.
L’equilibrio si è spezzato a partire dal 2008, con il fallimento della banca Lehman Brothers e l’innesco della crisi economica internazionale, e subì un ulteriore scossone del 2010 con il tracollo della Grecia.
Le variazioni brusche dello spread hanno, perciò, portato questo indice sotto i riflettori dell’attenzione pubblica.
Cosa succede se lo spread si impenna?
Se i timori sulla stabilità di un Paese aumentano, come ora nel caso dell’Italia, ciò significa che le sue obbligazioni sono vendute più sul mercato secondario rispetto a quelle del Paese di riferimento, il che abbassa il loro prezzo e aumenta il tasso di rendimento.
Tuttavia, per emettere nuove obbligazioni, il Paese dovrà adeguarsi al tasso di rendimento del mercato secondario. L’aumento dello spread ha quindi conseguenze di bilancio dal momento che le prossime emissioni obbligazionarie del Paese interessato gli costeranno automaticamente di più come tassi di interesse.
Cosa fare se si posseggono Btp?
Se si è investito in Btp una parte dei propri risparmi, è bene prestare attenzione e non farsi prendere dal “panico”.
I BTP sono obbligazioni, quindi il valore tenderà a diminuire all’aumentare del prezzo.
Alla scadenza il loro valore dovrebbe tornare quello “nominale”, ovvero lo stesso al quale li si è acquistati.
Quali sono gli effetti su mutui e imprese?
Una delle conseguenze immediate della crescita dello spread si registra nel tasso dei mutui “variabili”, che sale. L’effetto è una rata mensile più “pesante” per chi compra casa. Si tratta di un problema serio, perché coinvolge molti cittadini, ma non esclude neppure le imprese. Queste rischiano di veder diminuire le possibilità di accesso al credito.
Le stesse banche in una condizione di incertezza sono anche più restie a offrire credito. Questo compromette la crescita, già fragile, dell’Italia.
A rischio anche le banche
Esiste, infine, un rischio anche per le banche stesse: dal momento che molti titoli di Stato sono nelle pance delle nostre banche, il loro deprezzamento implica conseguenze anche nei rapporti con le banche di altri paesi, perché esiste un meccanismo di prestito “incrociato” tra istituti.
In pratica chi ha molti titoli di una nazione a rischio tende a non offrire più credito alle banche di quel paese. Diminuisce in generale la fiducia nei confronti di quello Stato ed a risentirne è il cosiddetto “credito interbancario”. Gli effetti di tutto ciò, per i cittadini, si vedono nell’indice euribor.
Si tratta dell’acronimo di Euro Inter Bank Offered Rate, ovvero il tasso interbancario di offerta in euro che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Europa tra le principali banche. In pratica rappresenta il “costo del denaro” e le oscillazioni del suo valore influenzano la rata dei mutui a tasso variabile.
Quando scatta il livello d’allarme?
Il fatto che lo spread stia salendo molto velocemente ha fatto scattare l’allarme, ma non siamo ancora in una situazione di emergenza.
In genere, comunque, le preoccupazioni nascono quando si supera la soglia dei 200 punti, perché significa che il differenziale di rendimento tra Btp e Bund è oltre il 2%.
Il 29/05/2018 lo spread tra Btp e Bund ha raggiunto quota 320 punti; colpite soprattutto le scadenze a breve. E’ stata una mattinata di forte pressione sui mercati europei con l’euro tornato ai minimi di luglio 2017 sul dollaro e le altre Borse piegate dal caso Italia, con l’incertezza politica innescata dal probabile ritorno alle urne dopo l’estate.
Quando scenderà lo spread?
Difficile dirlo, ma perché questo avvenga servirebbe la formazione di un Governo abbastanza stabile con un programma incentrato su obiettivi di stabilità macroeconomica.
Lo Spread nel 2018
- 7 febbraio: scende a 119 punti (accordo di coalizione in Germania, si prevede un’Austerity più morbida;
- 8 maggio: risale sopra 130 punti per incertezze politiche (timori di voto anticipato a luglio);
- 18 maggio: sfonda quota 160 punti per timori che il nuovo governo non rispetti gli impegni UE;
- 21 maggio: sfonda quota 180 punti;
- 23 maggio: sfonda quota 190 punti;
- 25 maggio: sfonda quota 200 punti. Nel corso della giornata supera i 207 punti base;
- 28 maggio: la crisi politica e l’incertezza sulla durata del governo Cottarelli alimentano le preoccupazioni dei mercati. Lo spread tocca i 230 punti in giornata e chiude a 235;
- 29 maggio: sfonda il muro dei 320 punti, tornando ai livelli di primavera 2013, salvo poi ripiegare fino a quota 277.
Come correre ai ripari?
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