Torniamo a parlare del petrolio (Ticker Etf: USO), vista la recente volatilità. Per la maggior parte degli investitori, questo strumento sta causando forte incertezza:
il prezzo è sceso del 60% circa dal 2014 (95$ al barile) e, con questo crollo, troviamo molte similitudini con la crisi finanziaria del 2008.
Un dato veramente interessante, secondo HSBC, riguarda l’effetto sui consumatori: il risultato economico annualizzato equivale a 2,2 trilioni di dollari di ricchezza dai paesi
esportatori.
La domanda che ognuno di noi si sta ponendo, me compreso, è la seguente: il prezzo di uno dei beni più importanti al mondo può scendere ancora?
Gli analisti si aspettano un rialzo intorno ai 55$ al barile entro la fine dell’anno, per poi crescere e stabilizzarsi in area 60$ entro il 2016. Al momento, come possiamo vedere dal grafico, il futures di Ottobre del petrolio (Ticker: CL) siamo vicini alla resistenza in area 49,2$ già testata lunedì 30 Agosto. I volumi sono in aumento dopo il supporto trovato in area 38,2$. Avranno la forza di portare i prezzi almeno fino ad area 51$. Se così fosse e graficamente i presupposti ci sono, la stima di 55$ al barile entro fine anno potrebbe davvero avverarsi.
Grafico CL Ottobre 2015, grafico giornaliero candele settimanali
Eppure, finora, le dinamiche di domanda ed offerta sul petrolio non sono cambiate molto: in sostanza, i livelli di produzione non sono per niente diminuiti rispetto alla crescita globale.
La più concreta manifestazione di tutto ciò ha un nome: la Cina. Questi disordini, intendendo anche la situazione Russa, continuano a mantenere in stato
di allerta gli investitori, dato che contribuiscono fortemente sui mercati degli energetici e non solo.
Per concludere, queste previsioni forniscono un ampio palinsesto riassumibile con un bivio: c’è, come abbiamo detto prima, chi sostiene ad un rialzo di 10-15$; mentre c’è chi
ritiene che il petrolio ritornare ai minimi storici, come annuncia la squadra commodities di Citigroup.