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Irlanda: un paese in crescita

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Ben ritrovati, dopo i miei precedenti articoli riguardanti le situazioni in generale su Brasile e Grecia, quest’oggi voglio esaltare uno dei paesi che è riuscito a fare enormi passi da gigante ed è letteralmente resuscitato dalle sue ceneri, mi sto riferendo all’Irlanda, ribattezzata “La Fenice”.

IRLANDA:  come si combatte la crisi

E’ il sogno di tutti i Paesi uscire dalla crisi abbattutasi sul mondo nel 2007 e l’Irlanda è riuscita ad aumentare il suo PIL di circa il 7%, un balzo enorme considerando che cinque anni fa era costretta a chiedere aiuti internazionali entrando così di diritto nei paesi che hanno avuto la crescita più rapida nell’area OCSE.

Facciamo un passo indietro, l’Irlanda ha risentito particolarmente dello scoppio della bolla immobiliare: negli anni della crisi Dublino ha perso l’i11% del suo PIL, nel 2010 lo Stato come accennato prima, ha dovuto bussare alla porta dell’UE per richiedere un piano di salvataggio di circa 85 miliardi di euro da finanziare in tre anni a patto che Dublino mettesse in pratica una serie di riforme.

A fine anno Dublino presenta le prime misure di austerity con; tagli alla spesa pubblica, riduzione dei salari minimi ed aumento delle imposte. In 3 anni il governo è riuscito a tagliare 30 miliardi di spesa pubblica, circa il 20% del PIL producendo un drastico peggioramento della qualità di vita.

La cura dell’Irlanda sembra però dare i suoi frutti, infatti nel 2013 il paese è riuscito a riacquistare credibilità dopo aver incassato 67 miliardi di prestiti europei ed è tornata a finanziarsi a tassi d’interesse relativamente bassi.

Nella primavera del 2015, spinto dai dati positivi sul PIL, il governo irlandese ha proposto un piano quinquennale per la rinascita del Paese invertendo la marcia rispetto ai tagli effettuati fino a quel momento. Il PIL inizia a crescere di 4 punti percentuali portando con se una discesa del deficit ed un nuovo piano quinquennale di politiche espansive per ridare fiato ai cittadini che hanno sofferto i tagli imposti per il salvataggio e dopo una bolla che ha lasciato per anni case e palazzi abbandonati, l’Irlanda è tornat a costruire anche immobili.

Per concludere, una crescita del 7% per il 2015 è una notizia buona per l’Irlanda ma anche per i sostenitori dell’UE e soprattutto dell’euro. Dopo le riforme quindi tutto il paese è tornato a crescere con percentuali da economia emergente più che da paese europeo anche grazie all’euro debole che rappresenta un fattore di spinta e non un handicap.

Diamo un’occhiata anche al suo ETF di rifetimento (Ticker: EIRL) che ci permette di analizzare graficamente la situazione del paese a maggioranza anglofona.

irlanda etf graficoGrafico EIRL 5 anni, candele settimanali

 

Notiamo subito come dai minimi del 2011 il paese abbia avuto una crescita repentina (140% da Settembre 2011 ad oggi) confermando la buona riuscita della politica economica .

Insomma possiamo usare il modello Irlandese come esempio per uscire da una situazione che ormai comprende gran parte del nostro continente.

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Scritto da Andrea Arnesano

Analista e Top Trader in opzioni, gestisce i clienti nella loro operatività sui derivati e anima il Trading Club Multiday.

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