L’inflazione torna a far paura – Sommario
- L’inflazione è in forte crescita a livello globale.
- Il rialzo dei prezzi è conseguenza della crisi da Coronavirus.
- L’aumento dell’inflazione dovrebbe essere di carattere temporaneo.
- Diverse sono le asset class in cui investire nei periodi di alta inflazione.
Inflazione: rischi e opportunità di investimento
Dopo oltre un decennio l’inflazione rialza la testa e torna ad essere percepita come un rischio da analisti e investitori, oltre che dalle banche centrali.
Queste ultime, se, da una parte, sono impegnate a tranquillizzare i mercati sostenendo che il recente rialzo è solo temporaneo, dall’altra spostano sempre più in là il limite temporale di un suo rientro.
Sia che si tratti di un aumento temporaneo sia strutturale, è importante capire quali sono i rischi di un’inflazione elevata per i propri investimenti. Oltre a quali strategie è possibile mettere in atto per proteggere il proprio portafoglio. Ti invito a leggere questo articolo per scoprirlo.
Inflazione record nelle maggiori economie mondiali
L’inflazione è in forte crescita a livello globale. Ad ottobre, negli USA i prezzi al consumo sono passati dal +5,4% al +6,2% su base annua. Prezzi ben al di sopra delle aspettative e facendo registrare il maggiore incremento dal 1990.
Inflazione in forte rialzo anche in Eurozona che ha registrato, sempre in ottobre, un incremento annuale del 4,1% contro il 3,4% del mese precedente.
Non vanno meglio le cose in Cina dove l’indice dei prezzi al consumo è balzato ad ottobre dell’1,5% su base annua, al ritmo più forte da settembre 2020.
Ad ogni modo, l’aumento dell’inflazione non è una sorpresa, ma era stato già previsto da numerosi analisti come conseguenza dell’enorme quantità di denaro immessa nell’economia dalle banche centrali per contrastare la crisi.
Quello che sta sorprendendo in questo momento è la forza ed intensità del rialzo.
Quali sono le cause del forte rialzo dell’inflazione?
I motivi alla base del forte incremento dei prezzi sono sostanzialmente tutti riconducibili alla crisi da Coronavirus e alla successiva ripresa delle attività economiche post-pandemia.
Innanzitutto, i recenti dati sull’inflazione sono stati fortemente influenzati dall’aumento della domanda nei settori che, più degli altri, hanno subito le misure restrittive anti-covid, come auto e viaggi.
È questo un fattore che dovrebbe attenuarsi nel breve termine quando l’offerta sarà ritornata sui livelli pre-pandemia.
Il secondo driver è riconducibile ai colli di bottiglia nelle filiere produttive di alcuni semilavorati, come i semiconduttori, che hanno creato, a loro volta, problemi nella produzione di prodotti come auto ed elettrodomestici.
Anche questo fattore dovrebbe rientrare con il progressivo ritorno alla normalità e successivo riallineamento tra domanda e offerta.
Infine, l’ultimo fattore è il c.d. base effect. I prezzi di oggi sono confrontati con quelli del 2020, anno in cui le restrizioni anti-covid hanno fatto rallentare domanda e prezzi. Non sorprende, quindi, una variazione annuale così rilevante, essendo la base di confronto molto bassa.
Inflazione temporanea o strutturale
Se i fattori sopra citati sono tutti di carattere temporaneo, ce ne sono altri che lasciano aperta la possibilità di un aumento più strutturale dei prezzi.
Mi riferisco ad alcuni cambiamenti di carattere geopolitico e demografico.
In primo luogo, il fenomeno del reshoring, effetto della “guerra commerciale” tra Cina e Stati Uniti, potrebbe porre fine al ruolo che la globalizzazione ha avuto nel tenere l’inflazione sotto controllo grazie ai bassi costi di produzione cinesi.
In secondo luogo, l’invecchiamento della popolazione cinese sta riducendo il bacino della forza lavoro del paese con conseguente aumento dei salari e, a cascata, dei prezzi delle merci ivi prodotte.
Particolare attenzione va, poi, posta su affitti, componente significativa dei prezzi al consumo, e inflazione salariale: incrementi duraturi di queste due componenti potrebbero rendere l’inflazione strutturale.
Come investire in tempi di alta inflazione
Di seguito analizziamo le asset class e gli strumenti finanziari che consentono di difendersi dall’inflazione.
Materie Prime
Le materie prime sono probabilmente lo strumento di copertura perfetto per il contesto attuale, dato che i recenti rialzi dell’inflazione sono stati largamente influenzati dagli aumenti dei prezzi dei prodotti energetici (petrolio e natural gas), di metalli e prodotti agricoli.
Occorre ricordare che molte materie prime hanno già registrato consistenti rialzi nel corso dell’ultimo anno per cui, in alcuni casi, le potenzialità di un’ulteriore crescita potrebbero essere limitate.
È possibile investire in questa asset class attraverso l’acquisto di ETC (Exchange Traded Commodities) che investono su singole materie prime o su un paniere di più materie prime. In questo ultimo caso segnalo WisdomTree Broad Commodities (Ticker OD7V).
Oro
Una menzione speciale nell’ambito della categoria delle materie prime merita l’oro, storicamente l’investimento di eccellenza nei periodi di inflazione elevata.
Nell’ultimo anno, nonostante i prezzi al rialzo, la performance dell’oro è stata piuttosto deludente. Il consiglio è, comunque, quello di monitorarlo ed essere pronti ad un ingresso qualora il trend ritorni rialzista.
Anche in questo caso, come per le materie prime, si può investire sull’oro tramite l’acquisto di ETC o, eventualmente, di ETF che investono in aziende del settore aurifero.
Azioni
Anche l’investimento azionario può fornire una buona copertura nel caso di inflazione in rialzo. Generalmente nei periodi di prezzi in aumento è preferibile investire in titoli “value” piuttosto che “growth”, essendo questi ultimi più sensibili a variazioni dei tassi di interesse.
Sono favorite, tra le altre, le aziende che operano nei settori energetico, healthcare, alimentare e le banche che possono beneficiare di un aumento dei tassi di interesse.
Obbligazioni Inflation-Linked
Le obbligazioni inflation-linked sono titoli obbligazionari pensati per aiutare gli investitori a proteggere i propri portafogli dall’inflazione. Il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi sono indicizzati all’andamento dei prezzi al consumo.
Criptovalute
Nell’elenco delle asset class in grado di tutelare il capitale dall’inflazione non possono mancare le criptovalute.
Una piccola allocazione su Bitcoin (CRYPTO:BTC) o Ethereum (CRYPTO:ETH) può fornire una copertura non correlata a un portafoglio tradizionale (azionario/obbligazionario), con un potenziale di apprezzamento maggiore rispetto all’oro.
Conclusione – Inflazione al rialzo: come investire sui mercati
Come vedi gli strumenti finanziari in cui investire in caso di inflazione elevata sono numerosi ed in grado di assicurare una buona diversificazione del portafoglio.
Spetta a ciascuno scegliere quello più in linea al proprio profilo rischio/rendimento.
L’importante, in caso di prezzi in aumento, è non lasciare il proprio patrimonio parcheggiato sul conto corrente.
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