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Indice Big Mac: cosa sapere

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Indice Big Mac: cosa sapere sul Big Mac Index- Sommario

L’indice Big Mac o, in inglese Big Mac Index, è un indicatore economico informale che confronta i poteri di acquisto di diverse valute.

Questo indicatore si basa sulla teoria della parità dei poteri di acquisto (PPP), usando come bene di riferimento il panino più famoso della catena McDonald’s.

È stato usato per la prima volta nel 1986 dalla rivista “The Economist”, per facilitare ai lettori la comprensione della disparità dei poteri d’acquisto delle monete.

La Svizzera, attualmente, è il paese con il costo (in dollari) più alto per acquistare un Big Mac.

Ci sono alcune critiche riguardanti l’attendibilità dell’indice. Alcune di queste sono la differenza dei costi di manodopera e materie prime per produrre il Big Mac nel mondo.

Nel trading esso viene utilizzato perlopiù in operazioni di lungo periodo.

Indice Big Mac: cos’è, come si calcola e perché è importante 

Ti saresti mai immaginato che un panino potesse essere utilizzato come indicatore economico?

Ebbene sì. L’indice Big Mac – in inglese Big Mac Index – è uno strumento informale che serve a comparare il potere di acquisto di diverse valute. L’oggetto in questione è proprio il famoso panino prodotto dalla catena di fast-food McDonald’s, da circa 50 anni. 

Di seguito andremo più nel dettaglio, vedremo come mai è stato scelto proprio il Big Mac. Inoltre, scopriremo come si calcola l’indice, le critiche che ha ricevuto, e perché è importante nel trading, soprattutto nel forex

Big Mac Index: obiettivo e teoria della parità del potere di acquisto

Come anticipato prima, il Big Mac Index un indicatore utilizzato ancora oggi. Questo indice tiene conto del prezzo di vendita dell’omonimo panino in tutto il mondo. Il costo in dollari americani viene poi confrontato con quello delle valute dei vari stati. 

L’obiettivo è individuare la sopravvalutazione o meno di una moneta rispetto al dollaro o un’altra moneta. 

Il Big Mac Index è basato sulla teoria della parità dei poteri di acquisto (PPP). Essa dice che un bene identico in diversi Paesi dovrebbe avere lo stesso prezzo, tenuto conto del tasso di cambio. 

In poche parole, se un oggetto in Italia costa 10 euro (tasso di cambio EUR/USD a 1,18), negli Stati Uniti dovrebbe costare 11,8 dollari. Se invece il prezzo fosse di 15 dollari, vorrebbe dire che il dollaro americano è sopravvalutato rispetto all’euro.

Dunque, secondo questa teoria, laddove la moneta fosse sopravvalutata, la domanda e i costi dovrebbero calare. Nel lungo periodo, quindi, si raggiungerebbe un equilibrio dei prezzi di uno stesso bene.  

Indice Big Mac: Storia

Questo indicatore, applica la teoria appena descritta in relazione ad un bene in particolare: il Big Mac. Quest’ultimo è stato scelto perché è disponibile in moltissime nazioni con le stesse caratteristiche, sia nutrizionali che di preparazione. Per questo motivo, il margine di errore è abbastanza contenuto. Dunque, confrontando il costo del panino con i tassi di cambio, si mettono in relazione i poteri d’acquisto delle valute.

L’inizio dell’utilizzo dell’indice risale al mese di settembre del 1986, dal giornale britannico “The Economist”. L’obiettivo fu quello di facilitare ai lettori la comprensione del confronto dei poteri d’acquisto. Da quel momento, diventò famoso in tutto il mondo, e pubblicato regolarmente con cadenza annuale.

Successivamente, si introdusse anche il termine “Burgernomics”. Il termine è stato introdotto per valutare la forza o debolezza di una moneta utilizzando proprio il costo del Big Mac.  

Indice Big Mac: calcolo

Per calcolare l’indice Big Mac ci sono diversi passaggi:

  • Cercare il prezzo medio del Big Mac in un Paese con una certa valuta (ad esempio il prezzo medio in Gran Bretagna se vogliamo considerare le sterline).
  • Cercare il prezzo medio del Big Mac negli USA (se vogliamo confrontare la sterlina con il dollaro americano).
  • Calcolare il tasso di cambio tra i primi due prezzi, dividendo quello con la valuta del primo Paese per il prezzo con la valuta del secondo (ad esempio prezzo in sterline diviso quello in dollari).
  • Cercare il tasso di cambio attuale tra le valute dei due Paesi (esempio: GBP/USD nel forex).
  • Confrontare i due rapporti

Se il rapporto tra i due prezzi è minore rispetto al cambio ufficiale tra le valute, vorrà dire che la prima è sottovalutata rispetto alla seconda. Viceversa se è maggiore.

Naturalmente, si può anche calcolare confrontando due monete differenti dal dollaro americano. Vediamo un esempio per capire meglio.

Esempio

Vogliamo vedere se la sterlina è sopravvalutata o meno rispetto all’euro.

Supponiamo che il prezzo di un Big Mac in Gran Bretagna sia di 3 sterline, mentre in Italia 2 euro. Dal rapporto tra i due prezzi (prezzo in sterline diviso prezzo in euro) abbiamo 1.5. Il tasso di cambio attuale prevede che con 1 euro si comprino 0.9 sterline. Quindi, il rapporto del tasso di cambio ufficiale attuale è di 0.9 (0.9 sterline/1euro).

Come possiamo notare in questo esempio, il rapporto tra i prezzi è maggiore rispetto a quello ufficiale di cambio. Ciò vuol dire che, con questi costi, la sterlina si potrà considerare sopravvalutata rispetto all’euro.

Prezzi globali del Big Mac nel mondo

Convertendo in dollari i prezzi di questo bene possiamo facilitare il confronto tra valute.

Vediamo i prezzi del Big Mac nel mondo aggiornati a gennaio 2021.

Tabella 1. Indice Big Mac: Prezzo di un Big Mac nel mondo: fonte dei dati: Statista.com

Come si evince da questa immagine, attualmente la Svizzera è lo Stato dove occorrono più dollari per acquistare un Big Mac.

Negli USA, il costo è di 5,66$, mentre nella nostra penisola (Euro Area) circa 5,16$. Ciò vuol dire che dovrò convertire 4,79$ per acquistare questo panino in Italia. 

Limiti e critiche al Big Mac Index

Sebbene l’indicatore Big Mac sia ormai utilizzato e consultato da molti economisti, secondo alcuni detrattori non è del tutto affidabile. I motivi sono molteplici.

Per prima cosa, la catena di franchising McDonald’s non è diffusa completamente dappertutto, ad esempio scarseggia in Africa

Inoltre, in alcuni Paesi come l’India, il consumo di carne bovina è limitato per motivi religiosi. Perciò, il Big Mac si è sostituito con la carne di pollo.

Infine, non è escluso che nei diversi paesi la manodopera e le materie prime necessarie abbiano prezzi differenti. Quindi, ciò porterebbe a pensare che queste informazioni non riflettano l’esatto potere d’acquisto di una valuta.

Trading

L’indice Big Mac può essere utilizzato dai trader per previsioni perlopiù di lungo periodo. Nel cambio valutario, ad esempio, se c’è un divario tra l’indice e il tasso di cambio, possiamo ricavare informazioni importanti. Una di queste è che, con molta probabilità, il cambio valutario e l’indice convergeranno, trovando un equilibrio. Solitamente, se una valuta è sopravvalutata o viceversa, il tasso di cambio tenderà ad equilibrarsi nel lungo periodo.

Tuttavia, nelle operazioni di breve-medio termine, il supporto dell’indice è molto limitato. Si stima che il livello di equilibrio di un tasso di cambio impieghi dai 4 ai 10 anni per completarsi. 

Perciò, questo indicatore dovrebbe essere utilizzato perlopiù come strumento aggiuntivo ad un numero consistente di segnali a favore. 

Conclusioni 

Successivamente al 1986, furono creati indici simili, per carpire sempre meglio le disparità dei poteri di acquisto. Un esempio è l’indice “Tall Latte”, che utilizza una tazza di caffè “Starbucks”, anch’esso un bene diffuso nel mondo.

Da questi indici si può scoprire come, in alcune città costose, in realtà il prezzo di un bene possa essere inferiore alla media. 

Un esempio è Hong Kong. Nonostante sia una città costosa, secondo uno studio sembra non esserlo per i beni principali utilizzati dai “millenial”, come il caffè.

Lo studio coadiuvato da questi indicatori permette agli economisti di carpire i cambiamenti dei consumi e della cultura globale. Ancora oggi si studia il consumo dei beni per valutare la forza o debolezza di una moneta. Il Big Mac è uno dei più standardizzati, quindi uno dei più efficienti.

Sempre parlando di McDonald’s, sapevi che Ray Dalio aiutò la catena di fast food nel lancio dei Chicken McNuggets? Ne Abbiamo parlato in questo articolo.

Autore: Enrico Ciardo

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Scritto da Il Team di AB

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