Guida dalla A alla Z ai termini più usati del trading
Ogni settore ha le proprie sigle, i propri acronimi e termini che assumono un significato diverso. Con questa lista, vogliamo darti le basi necessarie per approcciarti alla tua attività di trader.
In questa prima parte trovi i termini dalla A alla I.
– A –
ASK: Prezzo attuale di mercato per chi vuole acquistare.
ASSET ALLOCATION: Suddivisione del portafoglio titoli o fondi comuni con lo scopo di diversificare l’investimento, equilibrarne il rischio e massimizzarne il rendimento in funzione del profilo prescelto.
AZIONE: Titolo che rappresenta una quota di proprietà della società che ha emesso l’azione. Si diventa azionisti, e quindi soci, quando si possiede almeno un’azione di quella società.
– B –
BASE CURRENCY: Valuta base, la prima delle due valute di un cross valutario.
BANDIERA: Formazioni grafiche veloci che si verificano nelle fasi finali di una tendenza primaria.
BCE (Banca Centrale Europea): Banca con sede a Francoforte.
BEARISH: Ribassista. Si dice di una tendenza dei prezzi quando si osserva un prolungato calo delle quotazioni.
BENCHMARK: Indice che, per le sue caratteristiche di rappresentatività, viene preso come riferimento in ciascun mercato nazionale.
BID: Prezzo attuale di mercato per chi vuole vendere in quel momento.
BID-ASK SPREAD: Termine inglese che indica lo “scarto”. Normalmente rappresenta la differenza tra la miglior proposta in vendita e la miglior proposta in acquisto presenti nelle contrattazioni di un titolo.
BIDIREZIONALITÀ: Opportunità di prendere una posizione sul mercato sia rialzista che ribassista.
BOT (Buono Ordinario del Tesoro): è un titolo a breve termine (3,6, 9 mesi) emesso dal Tesoro dello Stato per provvedere alla copertura del fabbisogno statale e finanziare il proprio debito pubblico nel breve termine, regolare la liquidità del sistema e indirettamente controllare il livello dei saggi di interesse.
BREAKEVEN: Letteralmente “punto di pareggio”, rappresenta il livello di prezzo al quale è possibile liquidare una posizione senza realizzare né perdite né guadagni, pagando i costi per le commissioni.
BREAKOUT: Azione dei prezzi, che di norma avviene dopo un periodo di congestione, tale da sfondare verso l’alto una resistenza dando vita a un nuovo trend rialzista. In caso di violazione a ribasso di un supporto dà invece vita a una fase discendente.
BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): Sono dei certificati di debito con scadenza superiore all’anno solare emessi dallo Stato italiano.
BULLISH: Rialzista. Si dice di una tendenza dei prezzi quando si osserva un prolungato aumento delle quotazioni.
– C –
CANDELA GIAPPONESE: Metodo di rappresentazione grafica dell’andamento dei prezzi che segnala valore di apertura, chiusura, massimo e minimo di un determinato lasso di tempo.
CAPITAL GAIN: Guadagno realizzato sul capitale investito.
CAPITALIZZAZIONE: Valore che si ottiene moltiplicando il numero di azioni di una società per il loro prezzo di borsa.
CASH: Identifica la nostra liquidità.
CFD: Contracts for difference. Sono strumenti derivati di Futures, Indici ed Azioni. Replicano l’andamento del sottostante. Vengono utilizzati perché sono più leggeri di un contratto del sottostante. Esempio: 1CFD sul DAX = 1/25 di contratto futures sul Dax
CHANGE: Variazione in punti dello strumento finanziario rispetto alla chiusura del giorno precedente.
CHANGE (%): Variazione in percentuale dello strumento finanziario rispetto alla chiusura del giorno precedente.
CLOSE: Chiusura di prezzo.
COMMODITIES: Merce, prodotti.
CONGESTIONE: Area di prezzo delimitata da un supporto e da una resistenza all’interno della quale si muovono i prezzi.
CONTROVALORE: Il termine Controvalore indica il valore di mercato di una posizione finanziaria. Il suo ammontare è determinato sia dal valore materiale del titolo stesso, che dalla disponibilità di acquisto e vendita dei rispettivi compratore e venditore. Il concetto di controvalore è utile nel caso di compravendita di titoli poiché è estremamente essenziale per confrontare il valore teorico del medesimo titolo – valore nominale – con quello reale determinato dall’incontro di domanda ed offerta del medesimo titolo in Borsa.
CURRENCY: Rappresenta la valuta con la quale è tradato lo strumento.
CUSHION: Valore unitario da 0 a 1, decimali compresi, che indica in percentuale quanti fondi abbiamo ancora a disposizione.
Esempio: Cushion 0.64 = ho il 64 % di fondi a disposizione per operare.
– D –
DAYTRADING: (Trading intraday) è quella attività di trading che prevede l’apertura e la chiusura delle posizioni, sia rialziste (long) che ribassiste (short) nel corso di una stessa giornata.
DIVERGENZA: Andamento discordante di due indicatori o di un indicatore e un indice.
DIVERSIFICAZIONE: Limitazione dell’esposizione al rischio, distribuendo gli investimenti su mercati o strumenti finanziari diversi.
DIVIDENDO: Somma pagata dalla società ai suoi azionisti alla fine di ogni esercizio (solitamente rappresenta una parte degli utili prodotti nell’esercizio). La restante parte viene capitalizzata dalla società e andrà ad accrescere il patrimonio netto della stessa.
DOLLARO: Valuta di riferimento degli Stati Uniti d’America.
DRAWDOWN: Perdita massima registrata da un sistema di trading o da una strategia operativa. È uno dei parametri più importanti per valutare un sistema o un metodo di trading.
– E –
EFFETTO LEVA: Per Effetto Leva si intende la possibilità di un sottostante, ad esempio un futures, di muovere un capitale maggiore a quello realmente investito.
ETF: Strumento finanziario che replica l’andamento di Indici o un paniere di Indici.
EURO: Valuta di riferimento dell’Unione Europea.
EXCHANGE: Mercato nel quale si scambia lo strumento.
– F –
FOREX: Foreign Exchange Market è il mercato valutario.
FRANCO: Valuta di riferimento della Svizzera.
FUTURES: Strumento derivato con una scadenza predefinita. Possono essere tradati sia individualmente, sia in strategia (Spread Trading), o con strumenti derivati (Opzioni su Futures, CFD).
FLAT: Si è flat quando non si hanno posizioni aperte a mercato.
FTSE MIB: Il FTSE MIB è il più importante indice della Borsa di Milano dove sono riuniti i titoli a maggiore capitalizzazione e liquidità di mercato. Il FTSE MIB è il paniere più importante di Piazza Affari al quale appartengono tutte quelle azioni di società che svettano per capitalizzazione e per liquidità di mercato. Sul FTSE MIB sono quotati complessivamente 40 titoli rappresentativi di società che in maggioranza appartengono ai settori bancario, assicurativo e industriale.
– G –
GAIN: Indentifica il guadagno.
GAP: Vuoto grafico causato da violente accelerazioni.
– H –
HEDGE FUND: É un fondo comune d’investimento privato, gestito solitamente da una società e che ha come obiettivo finale quello di produrre rendimenti costanti nel tempo attraverso investimenti più o meno rischiosi.
HEDGING: Indica la copertura di un rischio finanziario. Per esempio un investitore che detiene azioni in portafoglio può ripararsi dal rischio di una discesa del mercato azionario vendendo contratti future sull’indice di Borsa corrispondente.
HIGH: Prezzo massimo di giornata. Attenzione, perché può rappresentare una resistenza di pericolo, la quale se superata può portare ad ulteriori rialzi.
– I –
INDICE: Strumento che sintetizza un paniere di titoli azionari. Servono ad analizzare l’andamento generale di un paniere di titoli. A livello operativo, sono usati gli ETF o i Futures.
Esempio: Dow Jones 30, Nasdaq 100 e S&P 500.
INFLAZIONE: Una condizione economica dove si verifica un incremento dei prezzi dei beni di consumo che vanno ad erodere il potere d’acquisto.
INTRADAY: Nel corso della giornata. Viene utilizzato per indicare l’operatività a mercati aperti.
INVESTITORI ISTITUZIONALI: Sono fondi comuni di investimento, banche, società assicurative, fondi pensione. Investitori che dispongono di patrimoni elevati, che sono in grado di determinare grandi volumi di contrattazione e che sono caratterizzati da strutture di gestione professionali. Sono tutte le società (banche e finanziarie) la cui missione principale è quella di svolgere attività d’investimento.
IPERCOMPRATO: Situazione che si verifica quando a seguito di un forte movimento rialzista, gli indicatori e i prezzi salgono troppo velocemente con strappi nelle quotazioni che portano gli indicatori nella loro fascia estrema superiore. In questi casi, si dice che un titolo è in “IPERCOMPRATO” ovvero che i prezzi sono gonfiati dalla speculazione.
IPERVENDUTO: É esattamente l’opposto degli acquisti in eccedenza (IPERCOMPRATO), si tratta di un movimento di prezzo che si è spinto troppo in basso.
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