Dove eravate mercoledì 6 Maggio 2010 dalle ore 20.32 alle 21.08? A questa domanda, che fa tanto Commisariato di Polizia, probabilmente riuscite a rispondere con certezza solo se, come chi vi scrive, proprio in quel frangente stavate operando sui mercati.
Infatti, quella che sino a quel momento si era rivelata una seduta sì nervosa e caratterizzata dalle vendite ma in fondo come tante altre, ha preso, nel giro di pochi minuti, una piega assolutamente insapettata.
Flash Crash: cosa è successo?
Proprio sul finire di una giornata di scambi caratterizzata dalle tensioni sul debito della Grecia (esatto, un tema attuale 5 anni fa esattamente come oggi, in questo ben poco è cambiato) sono improvvisamente arrivati 36 minuti (da qui il nome Flash Crash) di pura follia durante i quali:
- L’indice Dow Jones ha perso il 9%, il maggiore declino intraday della sua storia;
- Gli indici S&P 500, Nasdaq 100 e Russell 2000 sono crollati con una velocità impressionante, per poi, sempre in maniera repentina, recuperare gran parte delle perdite subite;
- La volatilità è esplosa, la liquidità è sparita e lo spread bid-ask di molti mercati si è allargato all’inverosimile;
- Alcune azioni sono state scambiate a prezzi impensabili sino a solo qualche minuto prima; per esempio una blue chip come Procter & Gamble è arrivata a perdere il 37% del suo valore, da 61$ a 38$;
Grafico a candele settimanale dell’azione Procter & Gamble dove si vede chiaramente il minimo raggiunto durante il Flash Crash del 6 Maggio 2010
- In totale è stato calcolato che in solamente 20 minuti si è volatilizzato un controvalore di circa un trilione di dollari.
Come è potuto succedere? Esattamente cosa è successo e perché? Ma soprattutto, un flash crash può succedere ancora?
Deve far riflettere che, a distanza di 5 anni, a nessuna di queste domande è stata data dagli organi competenti una risposta chiara, esaustiva e definitiva.
La reazione delle autorità
Il primo report che ha tentato di far luce su quanto accaduto è datato 30 Settembre 2010 (ebbene sì, quasi 5 mesi di tempo per analizzare 36 minuti) ed è firmato dalla U.S. Securities and Exchange Commission (SEC) e dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC); in questo documento (facilmente reperibile online) si ipotizza che non sia stata una sola causa a determinare i fatti, bensì una serie di concause capaci di innescare sui mercati una vera e propria reazione a catena.
In questo studio in particolare si evidenzia come l’ordine di vendere 75.000 contratti future di mini S&P (controvalore pari a 4 Miliardi di $) da parte di un Fondo comune ha causato prima l’esecuzione di ordini di acquisto pendenti ma subito dopo, visti volume e velocità degli scambi, ordini di vendita a raffica tramite i famigerati High Frequency Traders (HFT).
Varie critiche sono state mosse a questo studio e, nel tempo, altre teorie sulle cause del Flash Crash sono state formulate, fra le quali ricordiamo:
- un errore nella digitazione di un ordine di vendita di azioni Procter & Gamble;
- forti acquisti di opzioni put sull’indice S&P 500 da parte del fondo Universa Investments (uno di quei rari casi in qui l’acquisto di opzioni ha decisamente pagato!);
- problemi tecnici che hanno impedito la corretta gestioni dei prezzi delle azioni sul mercato Nyse.
L’ultimo aggiornamento (per ora) sulla vicenda risale a poche settimane fa; il 21 Aprile 2015 infatti il Dipartimento di Giustizia americano ha incriminato e chiesto l’estradizione di tal Navinder Singh Sarao, un 36enne trader privato di base a Londra, per “frode e manipolazione del mercato”.
In particolare Navinder Singh Sarao viene accusato di avere messo a mercato appena prima del Flash Crash migliaia di ordini civetta riguardanti il future del mini S&P, ordini che sono stati rimpiazzati o modificati 19.000 volte prima di essere cancellati e che hanno causato “serie anomalie di mercato” ed esacerbato il repentino crollo dei prezzi.
Certo risulta molto difficile pensare che una singola persona possa anche solo contribuire ad evento dalla magnitudo così devastante ma se tutta questa storia porta con se un insegnamento penso sia proprio questo: sui mercati in qualsiasi momento tutto può accadere e, prima o poi, tutto effettivamente accade.
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