Il Dow Jones o il Dow Jones Industrial Average, per la precisione, fu introdotto per la prima volta il 26 maggio del 1896, in un momento storico dove gli investitori si tuffavano a pesce sui bond e guardavano con sospetto le azioni.
Proprio questo atteggiamento di diffidenza impressionò Charles Dow, cofondatore del Wall Street Journal e del Dow Jones Newswires, il quale decise di agire per cambiare questa tendenza. Creò, così, l’indice azionario.
Sempre più fondi seguono lo S&P 500, ma il Dow Jones resiste
Il maggiore intento di Dow era quello di dare agli investitori uno strumento per valutare le performance dei titoli nel tempo e scegliere, di conseguenza, quelli da comprare o da vendere, cosa che fino a quel momento non era stata possibile.
Dow paragonò il suo lavoro sulla media al metodo utilizzato per determinare la marea. Infatti, più volte descrisse la sua opera come tanti bastoncini di legno messi nella sabbia per vedere se, onda dopo onda, la marea si stesse alzando oppure abbassando. Allo stesso modo, stabilì che se i massimi e i minimi di un titolo si fossero alzati progressivamente, ci saremmo trovati in presenza di un mercato rialzista; se, invece, i picchi, in alto e in basso, fossero scesi, allora sarebbe stato con un mercato ribassista che ci saremmo trovati alle prese.
All’inizio della sua carriera, l’indice comprendeva 12 titoli di diversi settori — compresi quelli del cotone, zucchero, tabacco, bestiame e la General Electric (che fa ancora parte del Dow Jones) — con un indice pari a 40.94. Nel 1908, Arthur “Pop” Harris prese il posto di Charles Dow e iniziò a lavorare per gli investitori, calcolando l’indice ogni giorno per i successivi 40 anni.
Quest’uomo, piccolo di statura, magro, quasi pelle e ossa, ha svolto un ruolo davvero importante nella storia dell’indice, e il mondo finanziario ha atteso spesso, soprattutto alla chiusura di giornate particolarmente concitate, il risultato dei suoi calcoli per lunghissimi minuti trattenendo il fiato.
L’indice del Dow Jones è cresciuto nel tempo, fino ad arrivare a 20 titoli nel 1916, per poi toccare e fermarsi ai 30 del 1928.
Quali sono i criteri per scegliere le società
I titoli che costituiscono il Dow Jones sono selezionati da una commissione composta dagli editori del Wall Street Journal e cambiano a seconda delle condizioni di mercato.
Il DJIA – Dow Jones Industrial Average – viene revisionato una volta all’anno e la selezione si basa sulla “reputazione”: infatti un titolo viene scelto solo se eccellente, se presenta un certo grado di crescita, se interessa un gran numero di investitori e rappresenta degnamente la media del suo settore.
Non cambia facilmente la sua composizione. Possiamo dire che si tiene stretto i suoi 30 componenti, a meno che non ci siano candidati più rappresentativi del mercato; in quel caso si cambia, così come è successo con Apple il 18 marzo 2015. Questo indice copre più o meno tutti i settori di attività, ad eccezione dei trasporti e dei servizi che hanno il loro specifico indice di Dow.
Charles Dow iniziò a giocherellare con l’indice di una società ferroviaria attorno al 1884 perché, in quegli anni, le società nazionali più grandi appartenevano a quel settore. Da allora, si sono susseguiti diversi colossi, tra cui la Bethlehem Steel, la Westinghouse Electric e la Woolworth, che hanno poi lasciato il posto alla Hewlett-Packard, alla Johnson & Johnson, e alla Microsoft. Nel 2013 sono entrate Visa, Goldman Sachs e Nike.
Diversamente dallo S&P 500, che basa la scelta dei titoli sulla capitalizzazione, il Dow Jones è orientato al controllo dei prezzi; il titolo con il prezzo maggiore è anche quello che ha un peso maggiore e quindi è più influente. Questa discriminante è stata decisiva nella scelta di Apple, che era finalizzata a ridurre l’effetto dello split dei titoli Visa e a sostenere il settore della tecnologia all’interno dell’indice.
Come si calcola
Come già si faceva nel 1896, per calcolare il DJIA bisogna considerare la somma dei prezzi delle 30 azioni divisa per un apposito divisore (divisore Dow). Oggi questo divisore considera anche i cambi nella composizione delle azioni, gli aumenti di capitale, le scissioni, le fusioni, e così via.
All’inizio il divisore era costituito semplicemente dal numero delle società componenti il listino della Borsa di New York; nel 1916, quando l’indice è cresciuto a 20 titoli, il prezzo è stato moltiplicato per 4 prima di essere inserito nel calcolo, in modo da correggere i precedenti frazionamenti. Raggiunti i 30 titoli, la somma dei prezzi è stata divisa da un coefficiente aggiustato ogni volta che un componente veniva frazionato.
La storia del Dow Jones in pochi dati
La corsa verso l’alto
Prima chiusura sopra i 1,000 al 14 novembre 1972
Prima chiusura sopra i 5,000 al 21 novembre 1995
Prima volta sopra i 10,000 al 29 marzo 1999
Prima volta sopra i 15,000 al 7 maggio 2013
Prima volta sopra i 18,000 al 23 dicembre 2014
I traguardi da capogiro
1933: 66.7%
1928: 48.2%
1908: 46.6%
I momenti da dimenticare
1931: -52.67%
1907: -37.7%
2008: -33.8%
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