Cicli dei mercati e investimenti: quante emozioni! – Sommario
- Investire è tanto un gioco emotivo quanto un modo per far crescere il capitale.
- Il processo decisionale può essere appannato dalle informazioni facilmente reperibili dalla nostra mente e dai pregiudizi.
- C’è una correlazione tra cicli di mercato e psicologia di massa.
I cicli dei mercati e delle emozioni
I mercati tendono a funzionare in cicli, tra ribassisti e rialzisti, depressione e crescita, boom e bust, chiamali come preferisci. Ma accanto ai cicli dei mercati ci sono anche i cicli delle emozioni.
Nonostante per acquistare un’azione sia sufficiente cliccare su Buy nella nostra piattaforma di trading, sappiamo benissimo che prima di farlo e dopo averlo fatto, ci sono tantissime emozioni che possono influenzare noi, la nostra decisione, ma anche la folla di investitori.
E questi elementi, tanto quanto una buona analisi tecnica o fondamentale, possono portarci ad ottenere i risultati desiderati oppure no.
In questo articolo ci concentreremo sul ruolo delle emozioni della folla.
Cicli dei mercati: le emozioni che ci guidano senza volerlo
È chiaro che quando parliamo di emozioni individuali, non tutti le affronteremo allo stesso modo. Ma se prendiamo in considerazione le emozioni della folla, in queste riusceremo a scorgere uno schema comportamentale, che coincide spesso con il ciclo del mercato in atto.
L’ottimismo si fa largo così come l’euforia in un mercato in salita. Mentre negazione, paura, incredulità e panico si insinuano durante la discesa del mercato o del titolo azionario (a meno che non lo avessimo “previsto”, ma di questo parleremo in un altro articolo).
Alcuni prenderanno profitti, altri no. Ed è lì che inizierà un ciclo diverso. Chi non guadagna, affonderà nelle emozioni negative. Man mano che il titolo scende, il panico e la disperazione entreranno in gioco.
L’indice di Panico ed Euforia
Gli esseri umani sono emotivi, inutile negarlo, e si muoveranno costantemente tra i due estremi di panico ed euforia. Tutto il rumore di fondo che sta nel mezzo, sarà comunque influenzato in qualche modo, se non schiacciato.
È proprio su questo che si basa ad esempio l’Indice Panico / Euforia (PEM) di Citi. La folla si muove verso gli estremi mentre i singoli individui saranno semplicemente soffocati dal rumore centrale.
Investire è un’attività solitaria, ma che si basa sul movimento della folla. Se un individuo singolo va in panico, questo non sarà sufficiente per modificare l’andamento dei mercati o di un titolo azionario, ma se cento, mille o più persone lo fanno, allora potranno influenzare il processo decisionale di altre persone, e l’effetto gregge entrerà in campo.
L’euforia deriva anche da questo sentimento di potenza. Quando sembra che tutti guadagnino, tutto sembra possibile a tutti.
Lo psicologo delle folle, Gustave Le Bon ha detto: “Una volta che la folla inizia a rendersi conto di ciò che la sua euforia ha creato, inizierà a farsi prendere dal panico, partendo verso una spirale discendente.”
Quindi torniamo ai cicli di mercato. Perché le persone vengono catturate dal vortice? Perché vedono che le azioni o il mercato sono in costante crescita e, utilizzando le informazioni disponibili, potrebbero decidere che il mercato o l’azione continuerà a salire e che avranno ragione e guadagneranno di sicuro.
Si sorprendono a guardare la performance passata e le trasferiscono quella visione ottimistica in termini di risultati e andamento.
Allo stesso modo, quando inizia un ciclo ribassista, si auto-convinceranno che i segnali erano lì, che li avevano visti.
La realtà dei mercati tra convinzioni ed emozioni
La realtà è che le informazioni per giudicare come il mercato si muoverà non ci saranno mai veramente, non importa quanto le analizziamo o le studiamo.
Il mercato riflette il mondo per come è realmente e in modo uniforme? Non esattamente.
Prendiamo la situazione odierna. Alcune aziende hanno visto gli utili sprofondare, hanno chiuso negozi o uffici, ma le loro azioni continuano a salire. Siamo di fronte ad una nuova bolla azionaria? Può essere.
Ma ricordati che le cose non devono sempre avere un senso. Anche se è una cosa che naturalmente noi esseri umani tendiamo a fare: cerchiamo di dare un senso a tutto.
E sì, è un’euristica anche questa.