Sommario – Borsa Italiana: storia e origini di Piazza Affari
- La data di fondazione della Borsa Italiana risale a febbraio del 1808.
- Dopo la guerra, durante gli anni 20 del Novecento, le contrattazioni aumentarono sempre di più. Dunque, fu costruita una nuova sede, in una piazza completamente rimodellata, chiamata Piazza degli Affari.
- Dalla fine degli anni 50, fino agli anni 60 si ha un periodo di cosiddetto boom economico. Piazza Affari arriva dunque al suo periodo d’oro, con una crescita esponenziale.
- Nel 1974, con la legge 216 viene introdotta una nuova istituzione: la Consob, per la tutela degli investitori.
- Nel 1994 gli scambi avvengono per via telematica. Si modifica il ruolo degli agenti di cambio, e nascono nuove società di intermediazione finanziaria.
- Tra il 2007 e il 2008 si scatena la peggiore crisi finanziaria di tutti i tempi. Tutte le più importanti borse mondiali vedono dei crolli vertiginosi, portando conseguenze influenti ancora oggi.
Cos’è e come è cambiata nel tempo la borsa italiana
In questo articolo descriveremo le origini della nona borsa valori più antica al mondo: la Borsa Italiana, denominata anche “Piazza Affari”.
Viaggeremo dalle sue origini nei primi anni dell’800, fino ad arrivare ai giorni contemporanei. Vedremo le diverse sedi, assieme al periodo storico che ha fatto da cornice anche al contesto economico di ogni epoca.
Attualmente la sede è situata a Milano, presso il Palazzo Mezzanotte ma, come vedremo, non è stata la sola.
Borsa Italiana: Dalla fondazione (1808) fino all’Unità d’Italia (1861)
La data di fondazione della Borsa Italiana risale a febbraio del 1808. In questo periodo storico, l’Italia risultava ancora frammentata, senza una vera identità nazionale riconosciuta.
Tuttavia, in questi anni cresce lo sviluppo industriale, ferroviario, crebbero le strade e vennero implementate le reti di comunicazione.
La prima sede fu istituita provvisoriamente presso il Monte di Pietà, sempre a Milano. Qui avvennero le prime contrattazioni ufficiali tra gli investitori.
Questa sede si ritenne ben presto inadeguata, infatti nel 1809 essa fu spostata nel Palazzo dei Giureconsulti, al piano terra. Esso era situato in piazza Mercanti, sempre a Milano.
Nel 1858 compare il primo titolo azionario, aggiunto ai titoli già esistenti del debito pubblico. Esso rappresentava la Società delle strade ferrate, nel Lombardo Veneto. Quest’ultimo apparteneva ancora all’impero Austro-Ungarico.
Successivamente, l’Italia fu sempre più spinta dai patriottici verso l’unità, alla ricerca di un’unica costituzione ottenuta ufficialmente nel 1861. Infatti, in quell’anno nacque il Regno d’Italia.
Borsa Italiana: Dall’Unità alla guerra, fino agli anni ’20
In questi anni nacquero anche altre borse in Italia, con diverse sedi sparse in tutta la penisola italica.
Lo stato emana fin da subito altri titoli di debito pubblico, che confluiscono nella borsa di Milano. A queste si aggiunsero diverse compagnie ferroviarie, assieme agli istituti di credito. Rimasero ancora fuori dal listino le società del settore industriale.
Negli ultimi anni del XIX secolo il numero di azioni quotate a Milano arrivò fino a 54, fino a superare i 150 nel 1913.
Questo fu l’anno in cui fu scelta una nuova sede per il primo mercato borsistico d’Italia: il Palazzo Broggi, in piazza Cordusio.
Poco dopo scoppiò la Prima Guerra Mondiale.
Dopo la guerra, durante gli anni 20 del Novecento, le contrattazioni aumentarono sempre di più. Dunque, fu costruita una nuova sede, in una piazza completamente rimodellata, chiamata Piazza degli Affari.
Questa nuova sede fu costruita con molte modernizzazioni, tra cui le cabine telefoniche, e un tabellone meccanico per vedere le quotazioni.
Borsa Italiana: Dalla Grande Guerra alla Grande Depressione, fino alla Seconda Guerra Mondiale
Nel 1929 in America avvenne il più grande crack finanziario mai avvenuto fino a quel tempo, ossia il crollo di Wall Street.
In questi anni la volatilità dei titoli raggiunse livelli elevatissimi, a causa della forte euforia degli investitori, seguita dal panic selling.
Comunque, nel 1932 Mussolini inaugurò il nuovo Palazzo della Borsa, in Piazza Affari.
Negli anni 30 molti titoli bancari scomparvero dalle contrattazioni, a causa dell’ingente dispendio di risorse per fini militari. In questi anni le spese belliche e per gli armamenti pesarono molto sugli investimenti.
Durante il Secondo Conflitto Mondiale le contrattazioni continuarono, seppur in misura ridotta a causa dello stato di emergenza. Infatti, la Borsa di Milano resiste anche ai bombardamenti della città di Milano.
Borsa Italiana: Il boom economico degli anni ’60
Superati gli anni molto difficili del dopoguerra, per ricostruire una società segnata dal lungo conflitto mondiale, l’economia si riprende.
Infatti, dalla fine degli anni 50, fino agli anni 60 si ha un periodo di cosiddetto boom economico. Piazza Affari arriva dunque al suo periodo d’oro, con una crescita esponenziale.
Gli italiani scoprono gli elettrodomestici e le vacanze estive. Inoltre, le tecnologie degli scambi si rinnovano, e viene fondato il centro meccanografico.
Tuttavia, l’inflazione cresce a dismisura. Pertanto, l’intervento continuo dello stato nell’economia si rivelò pian piano deleterio per la stessa nel lungo periodo.
La Borsa Italiana negli anni ’70
Mentre l’inflazione continua a galoppare, i beni rifugio acquistano un valore cospicuo, soprattutto l’oro.
Aumentano i tassi d’interesse. Perciò, la borsa perde molte contrattazioni, e gli investimenti degli italiani vertono in gran parte verso il debito pubblico.
Nel 1974, con la legge 216 viene introdotta una nuova istituzione: la Consob, a tutela degli investitori.
Dopo la crisi petrolifera dei primi anni ’70, le aziende manifatturiere giocano un ruolo sempre più attivo nella Borsa Italiana. Milano prende sempre più importanza nella rete nazionale delle borse valori.
Famiglie come Agnelli, Pirelli, Marzotto, De Benedetti ecc. prendono sempre più potere economico.
Ciononostante, nel 1977 l’indice borsistico tocca il punto più basso dal dopoguerra. Per incentivare il mercato, vennero ridotte le tassazioni dei redditi e aumentati i titoli a disposizione. La ripresa fu lenta ma costante. Nel 1983 nacquero i primi fondi comuni d’investimento. Dunque, vengono aperte le porte del mercato borsistico anche ai piccoli risparmiatori.
Nascita di Borsa Italiana S.P.A.
Nel 1994 la borsa italiana dice addio alle grida. Finalmente gli scambi avvengono per via telematica. Si modifica il ruolo degli agenti di cambio, e nascono nuove società di intermediazione finanziaria.
Inoltre, a partire dal 1992 si privatizzano le partecipazioni statali, e il mercato italiano poté usufruire di maggiore capitalizzazione.
Lo stato procedette con il quotare in borsa alcuni titoli pubblici fino ad allora non quotati, come Eni e Ina. In aggiunta, vendette anche alcuni titoli di società iscritte al listino, come per esempio la Banca Commerciale Italiana.
Nel 1998 viene fondata la Borsa Italiana S.P.A., ossia una società formata dagli istituti di credito italiani, emittenti e intermediari.
La Consob si separa definitivamente dalla regolamentazione dei mercati, effettuata dalla Borsa Italiana stessa.
Per concludere, con l’introduzione dell’Euro e la diffusione di Internet, la borsa viene spinta a rialzo dalle nuove innovazioni tecnologiche.
Attentato del 2001 e la più grande crisi finanziaria della storia
Il nuovo millennio non inizia nel migliore dei modi per la borsa di Milano. Infatti, l’11 settembre del 2001, l’attentato alle Torri Gemelle colpisce l’avanzamento dei mercati finanziari di tutto il mondo.
La Borsa Italiana in questi anni assume un ruolo sempre più europeo. Pertanto, nel 2007 Piazza Affari si unisce al London Stock Exchange, ossia la borsa di Londra.
Dunque, con il London Stock Exchange Group, la borsa di Milano si afferma come una delle più importanti in Europa e nel mondo.
Tuttavia, tra il 2007 e il 2008 si scatena la peggiore crisi finanziaria di tutti i tempi. Tutte le più importanti borse mondiali vedono dei crolli vertiginosi, portando conseguenze influenti ancora oggi.
Borsa Italiana oggi
Il 9 ottobre 2020 il London Stock Exchange Group vende Borsa Italiana ad Euronext. Quest’ultima diventa di fatto la prima borsa in Europa per capitalizzazione e numero di società coinvolte.
Attualmente, sono circa 1800 le società quotate in questo gruppo borsistico.
Assieme a Borsa Italiana, fanno parte del gruppo anche quella di Belgio, Francia, Irlanda, Olanda, Portogallo e Norvegia.
Autore: Enrico Ciardo
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