Anomalie di mercato: scopri le principali in Borsa!
- Le anomalie di mercato si verificano quando il prezzo non corrisponde alle aspettative.
- Le più comuni tra le anomalie in Borsa sono gli “effetti calendario”, lo “small firm effect” e l’effetto “momentum”.
- Molte di queste sono state associate a diversi bias cognitivi, tra cui l’overconfidence, conservatorismo e l’errore di auto-attribuzione.
- È improbabile trarre un continuo profitto con le anomalie, ma si può fare trading se si adotta un piano preciso che tiene conto di tutti gli scenari che possono verificarsi.
Anomalie di mercato più comuni e bias cognitivi che potrebbero causarle
Cosa sono le anomalie di mercato? Da cosa sono causate? Come comportarsi in questi casi?
In questo articolo andremo a scoprire quali sono le anormalità di mercato più comuni, spiegando quando e come accadono. Descriveremo brevemente la teoria dei mercati efficienti, che si contrappone ad un nuovo approccio ai mercati: la finanza comportamentale.
Tutti noi siamo soggetti a diversi bias cognitivi, anche gli investitori più esperti. Perciò, scopriremo anche che non sempre la razionalità prevale sulla nostra componente impulsiva ed erronea. Infatti, per essere un trader profittevole, bisogna studiare bene gli errori più comuni della mente, e la causa degli stessi. Molti dei nostri bias cognitivi, presenti durante l’attività di trading, lo sono anche nella vita quotidiana.
Infine, vedremo alcune consapevolezze che ogni trader dovrebbe interiorizzare prima di addentrarsi nel mercato durante questi momenti anomali.
Cosa sono le anomalie di mercato e la teoria dei mercati efficienti
Le anomalie di mercato si verificano quando l’andamento dei prezzi non è conforme a quello atteso. Può succedere sporadicamente, oppure anche con una certa frequenza e regolarità. Il trend atteso fa riferimento al modello di mercato efficiente (EMH).
Secondo questa teoria, i prezzi dei titoli rispecchiano sempre e completamente tutte le informazioni disponibili per le scelte di investimento. Quindi, conseguentemente, non esistono dei titoli sopravvalutati o sottovalutati, ma il prezzo di scambio risulta sempre proporzionato. Perciò, si presuppone che tutte le informazioni siano elaborate correttamente, cioè senza errori di valutazione.
Tuttavia, viviamo davvero in un mondo in cui i prezzi incarnano queste caratteristiche? Naturalmente no.
Principali anomalie di mercato
È utopico pensare che tutti gli investitori e traders abbiano accesso a qualsiasi informazione disponibile. In aggiunta, è irrealistico anche pensare che tutti le elaborino allo stesso modo, raggiungendo eguali conclusioni.
Dunque, le anomalie di mercato ci sono, e sono numerose. Di seguito vedremo le più comuni a partire dagli effetti calendario (effetto gennaio, effetto weekend e effetto cambio del mese).
Effetto gennaio
L’effetto gennaio è un’anomalia che consiste in un aumento medio dei prezzi proprio in questo mese dell’anno. In particolare, sono interessati i titoli che hanno avuto uno scarso rendimento l’anno precedente.
Sono state formulate varie ipotesi per spiegare questo fenomeno. La più accreditata è quella che vede come causa un generale ri-bilanciamento dei portafogli nel mese di dicembre. Di solito, gli investitori vendono i titoli poco performanti a fine anno per detrarre le minusvalenze dall’imponibile da tassare. Di conseguenza, con l’abbassamento del prezzo, questi diventano appetibili. Tuttavia, si aspetterà il mese di gennaio per acquistarli per evitare che vengano inclusi nello stesso anno fiscale.
Effetto weekend
Questa particolarità dell’andamento dei prezzi si verifica tra il fine settimana e l’inizio di quella successiva. Secondo alcuni studi i rendimenti dei titoli tendono ad essere inferiori il lunedì rispetto al venerdì precedente.
In questo caso, le ipotesi formulate per trovare le cause di questo fenomeno non hanno una validità accertata.
La scarsa performance del lunedì è stata collegata ad un fattore psicologico. Il venerdì si crea più ottimismo in quanto si avvicina il weekend. Successivamente, alla positività del venerdì segue il pessimismo del lunedì, perché rappresenta l’inizio di una dura settimana di lavoro.
Un’altra ipotesi riguarda le notizie. Di solito le aziende tendono a pubblicare quelle pessime il venerdì sera, dopo la chiusura del mercato. L’anomalia poi si accentua nel momento in cui gli investitori vendono i propri titoli il venerdì sera per evitare il “gap down” la settimana successiva.
Effetto cambio del mese
In alcuni studi degli esperti hanno evidenziato un aumento della redditività dei titoli azionari nel cambio mese che poi si protrae fino ai tre giorni lavorativi successivi.
Il fenomeno dell’effetto cambio mese è stato collegato in parte alla decisione delle imprese di annunciare le buone notizie sempre alla fine del mese. Le rilevazioni della stampa del settore avvengono proprio in questo periodo.
Un’altra spiegazione potrebbe essere il pagamento dei salari, che condizionerebbe l’aumento della domanda dei titoli.
Al momento non c’è una risposta unanime concernente la causa di questo evento.
Small firm effect (le piccole imprese tendono a sovraperformare)
Questo effetto fa riferimento ai migliori rendimenti delle imprese di minori dimensioni rispetto a quelle più grandi. Nel 1988 uno studio ha evidenziato che le aziende a bassa capitalizzazione avevano un rendimento mensile mediamente più elevato.
Una possibile spiegazione è stata attribuita alla maggiore variabilità di questi titoli. Il margine di crescita di quelli più giovani è maggiore rispetto ai più datati.
In aggiunta, si deve considerare che le aziende più piccole hanno un prezzo per azione inferiore. Un apprezzamento di questi titoli comporta un aumento percentuale maggiore rispetto alle grandi imprese. Ciò vuol dire che spesso il punto percentuale ha più rilevanza del valore assoluto della variazione del titolo.
Momentum effect
Una delle conclusioni certe, che economisti e psicologi hanno appurato, è che le persone tendono a reagire esageratamente alle informazioni.
Secondo uno studio, i titoli recentemente “vincenti” realizzano guadagni molto più alti rispetto ai “perdenti”. Essi si riferiscono nel breve-medio termine, cioè all’annuncio degli utili all’interno dei 7 mesi successivi.
La spiegazione più accreditata riguarda la reazione degli investitori nello sfruttare il “momento” della valutazione. Il mercato tende a sottovalutare un’informazione in un orizzonte di breve termine e sopravvalutare il lungo periodo. Per riassumere, si compra a prezzi alti e si vende a prezzi bassi.
Dunque, le nuove notizie non vengono assorbite nell’immediato dai mercati, il prezzo avrà dei movimenti più graduali nel tempo.
Alcuni bias cognitivi che, secondo la finanza comportamentale, causano le anomalie di mercato
Sono state numerose le critiche all’ipotesi dei mercati efficienti (EMH). Una di queste è l’esistenza degli arbitraggisti, la cui presenza già esclude l’efficienza del mercato. La più grande contestazione, però, riguarda la limitata razionalità dell’uomo. È irrealistico pensare che gli investitori non siano soggetti a bias cognitivi. Vediamo quelli più comuni.
Overconfidence
L’overconfidence è un errore che porta alla sovrastima delle proprie capacità. Secondo uno studio del 1982, oltre il 90 percento degli individui ritiene di essere superiore alla media in diversi ambiti. Da ciò ne consegue che gli investitori sopravvalutano la veridicità delle informazioni che possiedono, e la propria capacità di elaborare le stesse. Ti è mai capitato di vincere un paio di volte consecutive ad un gioco e sentirti imbattibile? Ecco, in quel momento eri in preda a questo bias.
Conservatorismo
Il conservatorismo consiste nell’attaccamento ad una situazione più familiare, senza nessun tipo di ragionamento. In diversi esperimenti viene dimostrato che la tendenza a rimanere legati alle vecchie credenze è alta. Perciò, risulta difficile adeguare le proprie strategie di mercato in relazione alle nuove informazioni disponibili.
Auto-attribuzione
Il bias di auto-attribuzione riguarda la tendenza delle persone ad incentrarsi solo sui fattori che accreditano le proprie convinzioni. Naturalmente, esse ignorano quelli che le smentiscono. L’eccessivo ottimismo deriva da questo, esso sottostima la probabilità di esiti negativi su cui l’individuo non ha controllo. Quante volte ti è capitato di formulare un’opinione riguardo qualcosa? Quante volte, nonostante le numerose tesi a sostegno della stessa, è risultata sbagliata? È capitato proprio perché hai dato più peso agli argomenti a sostegno piuttosto che a quelli contrari.
Trading nelle anomalie di mercato: solo con cognizione di causa
Ancora oggi risulta difficile capire come mai ci siano le anomalie di mercato. Eppure, sono presenti. Esse rappresentano una vera e propria inefficienza del mercato, alcune raramente, altre con una certa regolarità. Come hai visto, ci sono molte opinioni riguardanti le possibili cause, ma nessuna si è dimostrata conclusiva.
È importante essere consapevoli del fatto che è improbabile trarre vantaggio costantemente dalle anomalie. Per operare durante questi fenomeni bisogna considerare in primis il rendimento possibile, che dovrà essere adeguato al rischio che si corre.
Perciò, la prima cosa che un trader deve pensare è un piano strategico operativo, tenendo conto di tutte le situazioni che si possono verificare. È importante stabilire prima il comportamento da seguire durante ognuno di questi scenari, e autoimporsi regole ferree da seguire. Questo serve per evitare che in momenti ad alto impatto emotivo possano presentarsi dei bias cognitivi.
Come affrontare le anomalie di Borsa
Sebbene molte anomalie di Borsa siano state individuate e ampiamente analizzate, restano comunque sempre eventi imprevedibili e spesso volatili. Resta improbabile trarre profitto sistematicamente in queste situazioni.
Molte analisi effettuate sulle stesse non hanno considerato i vari effetti reali che esse hanno sui portafogli. Per esempio in molti studi non si è considerato l’effetto delle commissioni, imposte o spread bid-ask.
Dunque, ci vuole un’adeguata preparazione per affrontarle. Sia dal punto di vista gestionale (money management), che emozionale. Anche i migliori sbagliano, anche i più razionali a volte incorrono in bias.
Autore: Enrico Ciardo
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